Sono tornata

Ciao a tutti, Ormai, sfortunatamente, si è concluso il mio anno all'estero. È stata un'esperienza unica ed indimenticabile che porterò sempre con me.

Appena ero arrivata in Cina ho avuto una seconda possibilità con la mia vita, è come se qualcuno avesse premuto il pulsante "reset": nessuno mi conosceva o aveva sentito parlare di me, ero semplicemente una persona che nessuno aveva mai visto prima. Con questa occasione avrei potuto diventare la persona aperta che avevo sempre voluto essere, ma come dice il detto "chi nasce quadrato non può morire rotondo": di certo non potevo cambiare la mia personalità da un giorno all'altro ed in fondo a nessuno piace essere circondato da persone che fingono di essere quello che non sono. Ho capito così che magari sotto sotto ero sempre stato una persona più socievole di quanto volessi dimostrare ed in effetti venendo in Cina ho capito che era così. Magari l'ambiente in Italia non mi ha mai permesso di tirare fuori e mostrare questo lato di me, ma qui ho avuto la prova che non è mai troppo tardi per guardarsi dentro e conoscersi meglio.

In questo anno ho avuto la possibilità di fare esperienze nuove che fino ad un anno fa non avrei mai nemmeno pensato di poter fare, ad esempio ambientarmi al meglio in una cultura diversa da quella a cui sono stata abituata io. Infatti trascorrendo un anno in Cina ho potuto vivere appieno la cultura cinese, un'esperienza che non si fa con un semplice viaggio, ma solo vivendo in un paese per un certo periodo di tempo. Durante questo anno ho creato dei legami indissolubili con persone che mai avrei pensato di poter conoscere. In primis c'è la mia famiglia cinese, che mi ha accolta come suo membro, sin dal primo momento. Ormai loro sono diventati la mia seconda famiglia e lo saranno per sempre.

Inoltre ho legato molto con i ragazzi che, come me, hanno vissuto la loro esperienza ad Anshan. Anche con loro ho legato tantissimo e sono diventati parte della mia famiglia, perché fin da subito siamo entrati in sintonia e ci siamo supportati a vicenda nei momenti un più difficili. Di certo adesso ho un legame sentimentale con la mia città e sento che è diventato un luogo che posso chiamare casa, anche se non equivale all'idea che mi ero fatta di città cinese: qui ho passato dei momenti indimenticabili e speciali, ma sono soprattutto le persone ad averla resa speciale per me.

Ripensando a quando sapevo che sarei partita, tutti mi dicevano che ero coraggiosa e al momento mi chiedevo perché serve coraggio per andare a vivere dall'altra parte del mondo, tra persone che sono uguali a me ma che hanno una cultura diversa? Adesso ho capito che il coraggio contava solo in minima parte; è la forza di volontà che mi ha spinta a fare questa esperienza. Certamente sapevo che lasciarmi tutto a ciò a cui ero abituata e la sicurezza di casa poteva sembrare un passo più lungo della gamba, ma grazie a questa decisione ora ho trovato una seconda casa ed una parte di me rimarrà sempre in Cina.

Questa esperienza è stata un'eccellente opportunità di crescita personale: mi vedo molto più indipendente e tollerante, ma soprattutto ho imparato che non c'è nulla di sbagliato nel chiedere aiuto a qualcuno. Certe persone credono che nel farlo mostri le tue debolezze, ma al contrario, chiedendo aiuto dimostri più coraggio di quanto tu possa immaginare, perché sei cosciente del fatto che ci sia un problema e chiedere a qualcuno di risolverlo con te, ti consente di avere più punti di vista: magari il problema che a te sembrava una montagna inscalabile, in realtà era solo un piccolo ostacolo sul tuo percorso. Soprattutto quando ci si trova all'estero si possono incontrare difficoltà che possono sembrare irrilevanti, ad esempio come dire "non preoccuparti" in maniera gentile, oppure capire quale autobus prendere per arrivare in un esatto luogo. Certo questi possono sembrare problemi più o meno grandi per una persona appena arrivata in un nuovo paese in cui dovrà vivere a lungo, ma chiedendo a qualcuno del posto si possono superare in modo facile e veloce.

Un errore che ho commesso troppo volte era di portare questa serie di piccoli problemi dentro, perché in qualche modo inconscio pensavo che chiedere aiuto sarebbe stata una cosa così stupida, quando per la mia famiglia ad esempio era la normalità. Per questo bisogna impegnarsi a superare le barriere che spesso ci si crea ed imparare a chiedere aiuto.

Ho capito inoltre che non mi devo preoccupare di quello che gli altri pensano di me, tanto ci sarà sempre qualcuno che ti giudica. Questo è uno sbaglio che facevo troppe volte in Italia: non vale la pena starti a stressare per qualcosa che non sai con esattezza, perché nessuno può leggere nella mente degli altri. Sono sempre stata una persona insicura da questo punto di vista, perché avendo la "erre moscia", da piccola, nessuno riusciva a capirmi o faceva difficoltà a farlo quando parlavo. In qualche modo questo mi ha condizionata, ma adesso so che non me ne devo preoccupare più di tanto, perché chiunque è pronto a giudicarti. Ad esempio mi vergognavo sempre a parlare in un'altra lingua, perché c'era sempre qualcuno più bravo di me pronto a dire la sua. Però durante quest'anno mi sono ritrovata a parlare in 3 lingue diverse ogni singolo giorno. E' fantastico ed è anche divertente cominciare a parlare in una lingua diversa qualsiasi volta che si comincia una conversazione, anche se è con la stessa persona. Certamente si sente che non sono madrelingua ed ho un accento straniero, però questo non mi ferma più dal parlare.

Mi sento molto fortunata ad aver fatto questo tipo di esperienza, ma soprattutto devo ringraziare i miei genitori per avermi permesso di fare questo tipo di esperienza che mai, senza di loro, avrei potuto fare, dopodiché i ringraziamenti vanno ad Intercultura, l'associazione con cui sono partita per il sostegno e la formazione. Ringrazio infine la Fondazione Filantropica Ananian per avermi concesso un prestito d'onore a sostegno delle spese di partecipazione sostenute. Grazie a loro ora posso dire di sentirmi cittadina del mondo e ho sentito che il mio futuro non è mai stato nelle mie mani come ora.


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